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Margherita → Ita – Ida → Iii… La riduzione o il cambio di un nome in Puglia sono quasi un obbligo, dove “Iii…” non è esclamazione di stizza come potrebbe sembrare, ma proprio di riduzione ai minimi termini, chiamando la persona da lontano. Un’abbreviazione molto più comune del nome, invece, è Rita.
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Margherita di Savoia, ormai più che per essere stata regina d’Italia, è nota per il Viale Regina Margherita a Roma, dove ha sede l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e con alternanza di affermazioni e smentite la pizza a lei attribuita, quella da € 3,50 o, se al taglio, è spesso in abbinamento con la bevanda gasata al caramello di cui non facciamo il nome. Il riferimento pugliese lo troviamo nella Riserva riserva naturale Salina di Margherita di Savoia, nella provincia di Barletta – Andria – Trani (venite donne, tutta roba bella… non era più semplice quando capoluogo di provincia era una città sola?…fortuna che in ottobre spariscono). Prima in Italia e seconda in Europa con un’estensione di 3.871. Trattandosi di sale sconsigliata alle persone ipertese.
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Margherita di Danimarca (Margrethe Alexandrine Þórhildur Ingrid), che con quattro nomi non può che essere regina
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Margaret Hilda Roberts Thatcher, prima ministra del Regno Unito, amata da alcuni e odiata da (molti) altri, chiamata the Iron Lady (Lady di ferro) per il rigore del suo governo, figura al femminile non ancora ricoperta in Italia
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Marguerite Yourcenar, scrittrice francese il cui motto era “la libertà basta volerla”, ci ha regalato quel capolavoro di letteratura che in italiano conosciamo come Memorie di Adriano, e che andrebbe letto da tutti almeno una volta nella vita, per capire un po’ di più della storia dei romani, con tutto rispetto per Asterix di René Gocinny e Albert Uderzo che ce l’hanno ha fatta vedere da un altro punto di vista.
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Margarita P., una mia collega argentina, che mi ha fatto conoscere il Sud America che ora va tanto di moda con papa Francesco e i Mondiali (che in italia tra un po’ opportunamente dimenticheremo) prestandomi Patagonia Express, e soprattutto Luis Sepúlveda, cileno autore anche di La gabbianella e il gatto, il gatto e il topo e la lumaca, e Il potere dei sogni, “Perché”, come dice l’autore, “solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo.” e scusate se è poco. Di sinistra, può non essere condiviso, ma allora dimenticatevi anche Il postino di Neruda, di Antonio Skármeta, con Massimo Troisi.
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Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov, che se volete andate a leggere la presentazione su ibs.it perché mi sono dilungato già abbastanza con Yourcenar e Sepúlveda
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Margherita, che come tutte le canzoni di Riccardo Cocciante (e di tutti gli altri), può piacere o meno.
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La lista è ovviamente incompleta.
I toponimi con Santa Margherita, ovviamente si sprecano, a cominciare da quello forse più famoso di Santa Margherita Ligure.
Margherita è il nome italiano del fiore che tutti conosciamo, legato al giochino del “m’ama non m’ama”, che con quel vulgare nel suo nome scientifico Leucanthemum vulgare, perde metà del suo fascino.
Ciò che forse molte e molti non sanno è che il nome Margherita non deriva dal fiore ma dalla parola greca μαργαριτης /margarites/ che significa perla e con ciò assume tutto un altro significato, ammesso che nel nostro tempo ci sia ancora chi fa caso al significato di un nome prima di imporlo.