Archivio | rai RSS feed for this section

“LE VALLI VALDESI”

16 Gen

Lunedì scorso la trasmissione Geo di Rai3 (da 2:36:37) ha concluso la puntata nel suo spirito naturalistico con un documentario sul “Lungo inverno nelle valli valdesi”. Tutto vero, ma ha fatto passare l’idea che quella comunità, simile più agli Amish americani, rispecchi la chiesa Valdese in Italia (il termine chiesa non è mai stato usato!), che come sappiamo soprattutto dopo il salvataggio dei migranti curdi è invece una realtà dinamica, non isolata, e al servizio del prossimo.

La Rai, in quanto servizio pubblico, dovrebbe stare attenta a non veicolare messaggi errati nei suoi programmi, considerando quanto poco è conosciuto il protestantesimo in Italia.

L’ABORTO NELLA STORIA E NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA

10 Ott

Mentre il Tg1 delle 13 del 10 ottobre 2018, dimenticando che la Rai è un servizio di Stato la cui laicità è sancita chiaramente dall’articolo 8 della Costituzione dava ampio spazio alla voce di Bergoglio che una volta di più tuonava contro l’aborto, non facendo caso che avallava un messaggio contrario alla legislazione italiana che, in forza della Legge 22/05/1978, n. 194, quindici minuti più tardi, la rubrica Passato e presente di Rai3 metteva in onda il servizio “194, la legge della discordia”, soffermandosi sulla piaga degli aborti clandestini che avvenivano prima della legge, sulle tensioni sociali da essa provocate, sull’obiezione di coscienza dei medici, istituto che prima esisteva solo avverso la leva mlitare, e le ingerenze della Chiesa cattolica.

Riuscirà mai, quello che con un eufemismo chiamiamo l’Oltretevere, ad assumere un atteggiamento di correttezza verso l’Italia l’evitando le inopportune ingerenze e di attuare quel rispetto della laicità che tanto va sbandierando, ammettendo che può indirizzare i suoi anatemi solo ai cattolici? Penso di no, perché si sente al di sopra di tutti e di tutti, e personalmente diffido di coloro che pensano di essere gli unici detentori della Verità.

A latere, il principio di non ingerenza in uno stato estero non vale solo per quelli che la Santa Sede chiama “principi non negoziabili” ma per tutta la vita sociale italiana e di questo, sempre per un discorso di coerenza devono tener conto coloro che per la soluzione degli affari interni italiani spesso si appellano al Papa.

A PROPOSITO DI TAGLI

15 Ott

Mina canta la sigla finale di Canzonissima 1962 di Dario Fo, Chiosso, autori dei testi della trasmissione, musica di Fiorenzo Carpi.
Questa Canzonissima fu censurata a causa degli sketc sulla mafia e sui cantieri edili.
Franca Rame e Dario Fo lasciarono la trasmissione e tutti i nastri furono distrutti, tranne alcuni spezzoni in pellicola.
La canzone ha un arrangiamento ancora attuale e i vocalizzi sono di grande suggestione.

Stringimi forte i polsi

(fonte YouTube)

LA RAI CHE VORREI… E SE VOLESSI UN’ALTRA EMITTENTE?!

24 Giu

Ultimi giorni per partecipare al questionario promosso dalla RAI, e sponsorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, non pubblicizzato dalle reti RAI, come solitamente avviene per le cose scomode, al quale non partecipo perché

1.non è in forma anonima ma si accede solo ricevendo il link su richiesta dando il proprio indirizzo email.

2. esclude una larga fascia della popolazione che, lo sappiamo, non ha accesso a internet

3. Lo stato avrebbe dovuto formulare il questionario tenendo conto, se non delle televisioni locali, almeno delle altre emittenti nazionali, perché è una consultazione non sulla Rai ma sul servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, ma ciò non è avvenuto.

4. non è chiaro se l’esito del questionario avrà o meno la certificatificazione di un ente esterno, particolare di non poco valore.

5. Per ultimo, i rapporti con la Rai sono di competenza del Parlamento e non del Governo.

LA TELEVISIONE CHE VORREI

20 Apr

Giorni or sono, però pochi lo sanno, si è svolto un incontro riservato a pochi e ancor meno pubblicizzato sul futuro della Rai e della sua convenzione con lo Stato, La Rai che vorrei. (aggiornamenti quotidiani su @key4biz).

Una convenzione che scadrà il 6 maggio e della quale è già stata chiesta una proroga a fine ottobre. Dopo, non prima, il referendum sulla riforma del Senato, se qualcuno vuol pensare male.

Ognuno faccia le proprie valutazioni sulla Rai, che si è enormemente trasformata nel bene e nel male assomigliando sempre più alle altre reti nazionali, con il particolare che “la tassa di possesso di un apparecchio atto alla ricezione del segnale televisivo”, comunemente chiamata canone Rai e quest’anno esatta dai fornitori di energia elettrica per conto dell’Agenzia delle Entrate, al netto delle spese di gestione, è a beneficio solo della Rai.

La Rai eccelle in molti canali, tra i quali Rai5 e in molti programmi tra i quali Rai Storia (opinioni personali, ovviamente), e difetta in molti altri in cui il pettegolezzo e il quotidiano rivangare nei fatti di cronaca nera non facilitano la crescita culturale di un paese, cosa che dovrebbe essere tra gli scopi di una televisione di stato, assieme ai vari programmi a quiz in cui il messaggio neppure troppo subliminale è “è bello vincere facile”, a forza di centinaia di migliaia di euro, schiaffi in faccia a chi arriva a stento a fine mese.

La Rai ha annunciato per maggio un questionario agli utenti. Staremo a vedere le domande, le risposte e soprattutto come queste ultime verranno prese in considerazione.

Di certo è che, se per la politica deve esserci una par condicio, questa pare non esistere per quanto riguarda la presenza delle confessioni religiose diverse da quella cattolica, stando ai dati pubblicati da Il Fatto quotidiano. In un’Italia sempre più diversificata, questa è una grave lacuna. La trasmissione “Protestantesimo”, che è una trasmissione culturale e non di proselitismo, è messa in onda alle 01:20 a.m. di lunedì, con il risultato che chi vuol vederla in differita sul Web deve attendere il martedì. Questa è un’enorme lacuna culturale, assieme al mancato insegnamento della storia delle religioni nelle scuole, chiesto da molti per saper affrontare i temi posti dalla trasformazione della nostra società.

Detto questo, se la Rai non riuscirà a soddisfare le aspettative, in un’epoca di liberalizzazioni non dovrebbe dare scandalo se lo stato stringesse la convenzione un’altra emittente con copertura nazionale.

Sempre tenendo presente che l’apparecchio televisivo può anche rimanere spento, ma questo è un altro discorso.

EDUCAZIONE DOVE SEI?

16 Feb

L’attività di Lorella Zanardo, iniziata con il suo documentario denuncia “Il corpo delle donne” ha fatto riflettere i e le giovani sulla qualità della televisione italiana e più in generale dei messaggi visivi con i quali ci interfacciamo, perché non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai manifesti murali che ci sono sbattuti in faccia andando per via magari con i nostri figli o nipoti, facendo loro prendere coscienza di una realtà purtroppo tuttora viva in questo nostro paese, l’esposizione mediatica irrispettosa del corpo delle donne, come non la si vede più neppure nei calendari delle officine o di altri ambienti per tradizione maschili. Un po’ meno, pare, ha fatto riflettere gli adulti, anche quelli che dovrebbero farlo per professione.

I giovani, questi mammoni, bamboccioni o choosy, come li ha arbitrariamente definiti più di qualcuno, sono quelli che, nonostante le difficoltà e le incertezze del loro futuro, sanno pensare, reagire e darci sorprendenti lezioni di vita. Non tutti, ovviamente, ma tutta quella maggioranza che nelle loro piccole o grandi realtà, silenziosamente, si adoperano per quello che usiamo chiamare “un mondo migliore”. Peccato che molte delle loro azioni non siano rese note perché non fanno audience. Magari, però, forse sarebbero emulate.

Di certo sarebbero meglio dello spettacolo che Rai1, servizio pubblico sottoposto alla Commissione di vigilanza, ha dato mercoledì 10 febbraio all’inizio del programma di intrattenimento pre-serale “L’Eredità” condotto da Fabrizio Frizzi, che proponeva quattro ballerine vestite di rosso a cavallo d una scopa, come ha descritto su Huffingonton Post Gabriella Cims, promotrice dell’Appello Donne e Media, piano di riforme per l’affermazione del merito in Tv e nei Media, e per una rappresentazione non stereotipata delle donne.

Non entro nel merito della qualità dei contenuti dei programmi pre-serali, sulla quale si espresse a suo tempo anche la moglie di un capo di stato, il cui messaggio principale è il denaro vinto e non, come logica della vita vorrebbe, guadagnato.

La concorrenza è forte, ma credo non la si vinca contrapponendo programmi di pari qualità, ma piuttosto con programmi culturali accessibili a tutti quanto a fascia oraria. Penso a programmi come “Il fatto” di Enzo Biagi o “La cartolina di Andrea Barbato”. L”ultimo ingresso nelle reti Rai invece è stato l’ennesimo gioco a quiz. Fate un po’ voi.

CHIEDI A PAPÀ

8 Gen

Inizia questa sera in seconda serata su Rai3 un nuovo format televisivo che vede i padri soli ad accudire i figli mentre le mogli sono in vacanza.

Nell’attesa dei commenti, sul piano dell’educazione parte già male perché le fotografie della famiglia Di Nuzzo, fanno vedere il padre che accompagna due figli in biclicletta  (come mi ha segnato con un twitt @chiediapapà) quando l’art. 182 comma 5 ne consente uno solo con età massima di otto anni.