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APPUNTI SULL’OMOSESSUALITÀ

2 Mar

A proposito del titolo del quotidiano Libero del 23 gennaio 2019, sul quale si è espresso l’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

La sessualità umana ha tre componenti: spirituale, emozionale e fisica.

Spirituale perché voluta da Dio, per chi crede, e così da noi vissuta, emozionale perché siamo in grado di dominarla (e questo esclude i “raptus” tanto cari ad alcuni giornalisti nei casi di stupro) con la donna che la vive in modo diverso dall’uomo, fisica perché è così che la esprimiamo.

Il disegno di Dio per l’essere umano è la coppia monogamica maschio e femmina “maschio e1 femmina lo creò”… “crescete e diventate molti (moltiplicatevi)”… “Allora l’uomo disse “Questa è osso delle mie ossa e carne ella mia carne… per questo l’uomo lascia sua padre e sua madre e si attacca alla sua donna e i due diventano una cosa sola. Or ambedue erano nudi, l’uomo e la sua donna, ma non ne provavano vergogna”. (Genesi 1 e 2). Questo divenire una cosa sola è l’essenza del matrimonio, per questo non è codificato altrove nella Bibbia. La Scrittura parla di coppia, escludendo la poligamia che troviamo prima della Legge, il ripudio è stato concesso per un periodo come male minore, così come ha chiarito lo stesso Gesù.

Va ricordato che la nostra situazione sessuale è legata alla vita fisica, in Cielo non si avrà moglie o marito.

In Levitico 18 è codificata tutta una serie di deviazioni sessuali, al verso 22 è condannata l’omosessualità (che sia citata solo quella maschile è dovuto alla forma verbale), ripresa poi dall’apostolo Paolo in Romani 1 e in 1a Corinzi 6.

In tutte e due i brani l’enfasi è posta sul vizio, così come all’epoca dei patriarchi lo fu con Sodoma e Gomorra.

Fino a non molto tempo fa l’omosessualità era considerata a tutti gli effetti una malattia, poi la scienza medica ha cominciato a parlare correttamente di adeguamento tra identità fisica ed identità psichica, riferendosi a quelle persone che hanno una mentalità maschile in un corpo femminile o viceversa, che non sono malate ma, detto in modo semplice, sono nate nel corpo sbagliato.

Cosa che né il redattore del Levitico, né l’apostolo Paolo potevano definire in senso scientifico (in 1a Corinzi 7 Paolo distingue bene ciò che è ordine del Signore da quelli che sono pareri e consigli suoi).

L’omosessualità, quindi, è condannata quando è un vizio, una moda, una cosa contro natura rispetto a quanto detto più sopra, anche quando diventa oggetto di spettacolarizzazione come molto spesso avviene nelle manifestazioni di “Gay pride”.

Poi, appunto, esistono coloro che sono nate e nati così, che non sono persone di serie B e meritano tutta la nostra solidarietà, il nostro rispetto e è stata emanata una legge che, non parlando di matrimonio, riconosce questo tipo di unioni di fatto.

A differenza del quotidiano Libero uso correttamente il termine italiano omosessuale, evitando il sostantivo americano gay, derivato dall’aggettivo che significa allegro.

APPUNTI SULL’OMOSESSUALITÀ

8 Ago

La sessualità umana ha tre componenti, spirituale, emozionale e fisica.

Spirituale, per il credente, perché voluta da Dio e così da noi vissuta, emozionale perché siamo in grado di dominarla (e questo esclude i “raptus” tanto cari ad alcuni giornalisti nei casi di stupro) con la donna che la vive in modo diverso dall’uomo, fisica perché è così che la esprimiamo.

Il disegno di Dio per l’essere umano è la coppia monogamica maschio e femmina “maschio e femmina lo creò”… “crescete e diventate molti (moltiplicatevi)”… “Allora l’uomo disse “Questa è osso delle mie ossa e carne ella mia carne… per questo l’uomo lascia sua padre e sua madre e si attacca alla sua donna e i due diventano una cosa sola. Or ambedue erano nudi, l’uomo e la sua donna, ma non ne provavano vergogna”. (Genesi 1 e 2). Questo divenire una cosa sola è l’essenza del matrimonio, per questo non è codificato altrove nella Bibbia. La Scrittura parla di coppia, escludendo la poligamia che troviamo prima della Legge e il ripudio è stato concesso per un periodo come male minore, così come ha richiamato lo stesso Gesù.

Va ricordato che la nostra situazione sessuale è legata alla vita fisica, in Cielo non si avrà moglie o marito.

In Levitico 18 è codificata tutta una serie di deviazioni sessuali, al verso 22 è condannata l’omosessualità (che sia citata solo quella maschile è dovuto alla forma verbale), ripresa poi dall’apostolo Paolo in Romani 1 e in 1a Corinzi 6.

In tutte e due i brani l’enfasi è posta sul vizio, così come all’epoca dei patriarchi lo fu con Sodoma e Gomorra.

Fino a non molto tempo fa l’omosessualità era considerata a tutti gli effetti una malattia (come il mancinismo e altri fenomeni naturali) poi la scienza medica ha cominciato a parlare correttamente di adeguamento tra identità fisica ed identità psichica, riferendosi a quelle persone che hanno una mentalità maschile in un corpo femminile e viceversa, che non sono malate ma, detto in modo semplice, sono nate nel corpo sbagliato.

Cosa che né il redattore del Levitico, né l’apostolo Paolo potevano definire in senso scientifico (in 1a Corinzi 7 Paolo distingue bene ciò che è ordine del Signore da quelli che sono pareri e consigli suoi).

L’omosessualità, quindi, è condannata quando è un vizio, una moda, una cosa contro natura rispetto a quanto detto più sopra, anche quando diventa oggetto di spettacolarizzazione come molto spesso avviene nelle manifestazioni di “gay pride”.

Poi, appunto, esistono coloro che sono nate e nati così, che non sono persone di serie B e meritano tutto il nostro rispetto e tutta la nostra solidarietà contro coloro che in senso dispregiativo le chiamano “diversi”.

SCRITTURA, GENERI LETTERARI E COSTUMI SESSUALI

29 Lug

La  Bibbia non è una Wikipedia spirituale, ma una raccolta di comandamenti e principi scritti secondo i generi letterari e i diversi momenti in cui vissero i redattori. Non possiamo, quindi, aspettarci di inserire una parola e trovare una risposta. Non troveremo nulla a proposito di “droga”, se non il comando di rispettare il proprio corpo. Alcune delle tematiche che ci troviamo ad affrontare oggi non sono trattate esplicitamente  perché il problema non si poneva. Ma possiamo dedurre delle linee guida.

I costumi sessuali, prima e dopo la costituzione del popolo di Israele, che coincide con l’esodo dall’Egitto e la consegna dei dieci comandamenti, sono stati differenti nel tempo.

Alla creazione dell’uomo e della donna troviamo il comando “crescete e siate molti” che in un mondo di 7 miliardi di persone deve essere certamente ridimensionato.

Lot, a chi vuole abusare dei suoi ospiti, offre le figlie vergini, perché il dovere dell’ospitalità era prioritario. A noi può non piacere ma le figlie erano proprietà del padre, e poi la moglie del marito.

Le figlie di Lot, a loro volta, per assicurare una discendenza al loro padre avanti in età, vanno una sera una e poi l’altra a letto con lui, praticando l’incesto che più tardi sarà vietato.

Abramo, per giustificarsi, dice che Sara è sua sorella, il che è una mezza verità.

Sara, che era sterile, offre a Abramo la sua schiava affinché egli abbia un figlio da lei. Non si trattava di adulterio, anche perché la moglie era consenziente, ma di una prassi.

La vedova senza prole andava in sposa ad un cognato, e il primo figlio sarebbe stato considerato figlio del morto per proseguire la discendenza. Era la legge del levirato.

Gli esempi potrebbero continuare.

Nella Scrittura non si trova alcun riferimento alla fecondazione eterologa nel senso moderno del termine perché, ovviamente, la scienza non la conosceva, però possiamo vederla nella scelta fatta da Sara già citata.

Tornano alle ricorrenti nella stampa estiva delle affermazioni polemiche , come quella che tira in ballo la fecondazione di Maria di Nazareth. Si tratta di un miracolo, come miracolo è stata la gestazione di Sara in età non più fertile e altri casi. Certo, si è liberi o meno di crederci, ma non di farne un uso strumentale.

La Bibbia non parla neppure di convivenza in contrapposizione al matrimonio, perché la convivenza stabile dopo una era il matrimonio, senza altre cerimonie.

Non autorizza neppure la pratica dell’aborto – pratica invece abbastanza comune tra la nobiltà romana (da cui il termine taglio cesareo) – e ne parla solo fatto naturale o conseguenza di un incidente.

Prima di chiedere forzatamente un avallo o una negazione dalle Scritture, spesso in tono di sfida, è opportuno valutare questi elementi.

SUD E SICUREZZA STRADALE

18 Giu

Il Quotidiano di Puglia di ieri riporta la tentata corruzione da parte di un ciclomotorista nei confronti dei carabinieri.

Oltre al fatto in sé, che ha portato alle opportune conseguenze penali, è da evidenziare come circolare senza casco, guidare con una mano parlando al cellulare, non allacciare le cinture, non usare gli indicatori di direzione, far sedere i bambini senza sistemi di protezione, sono usi consolidati nel Mezzogiorno, che purtroppo, forse perché impegnati in altre mansioni, molti agenti della polizia municipale non sanzionano. Non che non accada anche al Nord, ma in quantità certo molto inferiore.

Sono quelli che poi si lamentano perché l’Rca è troppo cara. Un grazie ai carabinieri per la vigilanza.

CACCIA ALLE STREGHE PREVENTIVA

24 Lug

L’altro giorno ho citato la caccia alle streghe avvenuta a Salem, Massachusetts, una pagina triste della storia americana, che vide coinvolte delle donne accusate di stregoneria e ben riproposta nell’opera di Arthur Miller “Il crogiolo”.

Caccia alle streghe è però  diventata una locuzione per indicare l’unitile ma costosa guerra in termini di tempo, denaro e altre risorse contro qualcosa che non esiste, come la “lotta ai fantasmi”.

Un anno fa, in estate, si innescava in Italia il tam tam nazional popolare contro la presunta introduzione della teoria gender nella scuola italiana, fatta di SMS, messaggi WhatsUp e su altri Social Media, il più delle volte copia-incollati da persone che li ricevevano e li inoltravano a parenti, amici e conoscenti, forse senza averne ben compreso il significato, un po’ come le donne pronte a condannare a priori Boccadirosa nella celebre canzone di Fabrizio de André – l’enfasi non è sulla prostituzione ma sulla condanna a priori -, e giù a pioggia, incuranti delle dichiarazioni del Miur, della ministra Stefania Giannini e del segretario al Miur Davide Faraone

Il caso più eclatante fu, sempre l’anno scorso, il sequestro dalle biblioteche scolastiche di quarantanove libri per bambini che Luigi Brugnano, il sindaco di Venezia ha ritenuto devianti senza minimamente pensare che alle bambine e ai bambini manca la capacità ma soprattutto la malizia di leggere tra le righe per pensare ad esempio che Pinocchio era, detto in termini moderni, figlio di un single.

Il resto è triste storia recente, come il ritiro da parte della nuova giunta del comune di Trieste del Gioco del rispetto destinato alle scuole dell’infanzia

L’ultima notizia, pubblicata oggi su Repubblica è lo stanziamento di 30.000,00 o 50.000,00 euro da parte della Regione Lombardia per l’istituzione di un numero verde anti gender per controllare le scuole “viste le ambiguità che permangono nelle linee guida del Miur”. Anche questa un’azione “a priori” come la guerra preventiva di George W. Bush contro l’Iraq, concetti mai venuti in mente neppure a strateghi militari come Cesare e Adriano e che questo mese abbiamo saputo esser stata sbagliata con buona pace degli iracheni. In un momento in cui il governo ha tagliato i fondi alle case di protezione contro i femminicidi.

Solo alla fine dell’intervista si fa cenno al bullismo, questo sì un problema, della cui soluzione fa parte l’educazione di genere, perché se i ragazzi e le ragazze non conoscono le diversità come fanno a rispettarle?

C’è poi il solito richiamo alle radici giudaico-cristiane, spesso giocate come un jolly quando non si hanno argomentazioni. Di quali radici parlano? Quelle che per secoli sono state impropriamente usate per tenere in soggezione la donna o quelle che vede l’essere umano, nei due generi maschile e femminile, creato su un piano di uguaglianza o quelle che, dopo la triste manipolazione fatta dai dottori della Legge, nel Nuovo Testamento ridanno alla donna quella completa dignità della quale era stata privata?

18 Feb

Scrivevo lo scorso settembre e ripropongo “pari pari”, perché pare che poco sia cambiato.

Quando tutto questo chiasso  sulla “teoria gender” finirà, perché di vero e proprio chiasso si tratta e non solo di un fastidioso rumore di fondo, più di qualcuno ne uscirà male.
Siamo il paese del passaparola, del “l’hanno detto in tv”, in cui, pur avendo nel 2015 a disposizione tutti gli strumenti per farlo, pochi veramente sono coloro che si informano.
Nei gerghi politico e giornalistico sono diventate di uso comune le locuzioni “metodo Boffo”, “gogna mediatica e “macchina del fango”, a proposito dei processi sommari, svolti spesso senza aver titolo per farlo e senza approfondire gli argomenti.

Lo scaricabarile nella storia dell’umanità è cominciato con Adamo ed Eva (“…la donna che tu mi hai messo accanto…” (Genesi 3, due contro accuse in una sola replica) e le condanne di disinformazione o per far sparire personaggi scomodi non le hanno inventate il KGB dell’URSS o la Stasi della DDR, ma sono di vecchia data. Penso a Ipazia, Galileo Galilei e Giordano Bruno, tre persone che tutti conosciamo, condannate per le proprie idee, giuste o errate che fossero, perché andavano contro il pensiero dei potenti.

Pochi italiani invece conoscono il processo alle streghe che ebbe luogo a Salem, Massachusetts, nel 1692. Forse una delle pagine più tristi della storia degli Stati Uniti, trasposta, tra le altre opere, nella commedia Il crogiuolo di Arthur Miller. e nel romanzo La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne.

Come chiamare altrimenti la massa di disinformazioni che in questa estate, in fase di inizio delle scuole e presentazione dei POF (Piani Offerta Formativa), corre sui Social Media nei passaparola?

Il sesso riguarda le differenze biologiche ed anatomiche tra femmina e maschio, il corredo cromosomico, la forma dell’apparato sessuale. Il genere è il processo di costruzione sociale e culturale ed indica la rappresentazione, la definizione e l’incentivazione di quei comportamenti che danno vita allo status di donna o uomo. Il genere dunque è appreso e non innato. Nel sentire comune, erroneamente, il sesso e il genere costituiscono un tutt’uno.

Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza. I concetti di femminilità e mascolinità sono concetti dinamici che devono essere storicizzati e contestualizzati. Ogni società definisce quali valori riferire alle varie identità di genere, in cosa consiste essere donna o uomo. Femminilità e mascolinità sono quindi concetti relativi. Il genere dunque è il frutto di un persistente rinforzo sociale e culturale delle identità: esso viene creato quotidianamente attraverso tutte quelle interazioni che tendono a definire le differenze tra donne e uomini. A livello sociale è infatti necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, l’abbigliamento.

Altra cosa ancora è l’orientamento sessuale, vale a dire ciò che innesca la risposta erotica della persona e può essere di tipo eterosessuale, omosessuale (dal greco ομοφυλόφιλος che ha la radice  ομο-, uguale e non dal latino homo -hominis, uomo, quindi è termine neutro che può essere usato anche per la donna al posto del più comune lesbica, dall’isola greca di Lesbo, patria di Saffo, poetessa omosessuale), o bisessuale. L’orientamento sessuale concerne dunque un ambito di scelta che come tale può essere coerente o variabile.
Per le scienze sociali e umanistiche, il cosiddetto ruolo di genere è rappresentato da una serie di norme comportamentali che vengono associate allo stereotipo femmina/maschio e che vanno necessariamente calate in un dato gruppo o contestualizzate al periodo storico e all’area geografica e sociale di riferimento. Per ruolo di genere s’intende dunque il comportamento sociale che ci si aspetta da maschi e femmine appartenenti ad un determinato gruppo in un certo momento storico.

La “teoria gender” non è una cosa nuova sorta nel 2015, ma certo ne è nuova la sua strumentalizzazione. Un po’ perché si parla più apertamente di sessualità un po’ perché, fatto caso?, di omosessualità in Italia si parla molto di più dopo la morte di Lucio Dalla. Più di qualcuno ha fatto notare l’esplicito richiamo alle sue preferenze nel verso “ognuno farà l’amore come gli pare” della canzone “L’anno che verrà” (magari dimenticando l’altro che dice “anche i preti potranno sposarsi, ma solo dopo una certa età”, ma questa è un’altra storia), un po’ dopo la risposta di Bergoglio nel 2013 di ritorno dal Sud America, “Chi sono io per giudicare un gay?”, che mette in crisi la presunta autorità papale. Questo è un articolo di Lucetta Scaraffia apparso e non smentito sull’Osservatore Romano.

Chiamato in causa è anche il il progetto Pari e dispari. Il gioco del rispetto riguardante l’esperienza che un equipe qualificata sta portando avanti a Trieste e non solo.
Il programma nasce per insegnare alle bambine e ai bambini fin da piccoli che esiste la differenza di genere e  soprattutto come mezzo di contrasto alla violenza di genere, che assieme alle dipendenze e al bullismo nelle sue varie forme sono il problema principale dei nostri giovani, facendo loro notare che non esistono necessariamente solo il rosa e l’azzurro e gli stessi lavori possono essere intercambiabili. Di certo non, come ha scritto più di qualcuno soprattutto sulla stampa locale, facendo giocare le bambine e i bambini “al dottore” per mostrare la differenza fisica dei due sessi, o fantasie del genere.
Il risultato di questo progetto è che i bambini e le bambine, declinando al femminile ad esempio mestieri tradizionalmente vissuti come maschili e viceversa, attribuiscono un valore esistenziale, perché il linguaggio nasce primariamente in rapporto con la realtà che ci circonda, attribuendovi significato.

Semplificando nelle scuole dell’infanzia in cui si gioca al Gioco del rispetto, bambine e bambini vengono messi a conoscenza del fatto che donne e uomini hanno pari opportunità di realizzarsi attraverso la professione desiderata e fin da piccoli iniziano a capire che non vi è alcun limite al loro immaginarsi nel mondo adulto. Tutto questo partendo semplicemente dal linguaggio.

Conosco personalmente alcune delle operatrici, Lucia Beltramini, Benedetta Gargiulo, con la quale ho un frequente scambio di opinioni e aggiornamenti sull’argomento, la vicesindaca di Trieste Fabiana Martini, cattolica impegnata, ex direttrice di Vita Nuova, settimanale della curia vescovile di Trieste che adesso la denigra, che apprezzo per la sua onestà intellettuale di anteporre l’interesse dei cittadini alle sue convinzioni. Si è spesa anche per l’attivazione dei registri comunali delle dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) e delle unioni civili e la professoressa Patrizia Romito, della Facoltà di Psicologia dell’Università di Trieste, che si occupa di problematiche di genere con riconoscimenti a livello mondiale.
Questo è un comunicato ufficiale emesso sull’argomento dal Comune di Trieste “Precisazioni della vicesindaca Fabiana Martini su il “Gioco del rispetto”, gli altri si trovano sempre sul sito del comune.

C’è tutta la montatura, che ha visto tra i promotori il sindaco di Venezia il quale, senza averne competenza perché spetta al Miur in quanto biblioteche scolastiche e non comunali, ha tolto dalle scuole dell’infanzia 49 libri che egli definisce devianti, provocando una reazione degli scrittori per l’infanzia e una certo non lusinghiera eco sui quotidiani esteri, tra cui il New York Times. Seguito, forse senza troppa analisi anche da un’interpellanza di Fratelli d’Italia al nuovo sindaco di Latiano, in provincia di Brindisi. Quelli stessi libri che sono stati letti durante il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, e il 26 agosto scorso sono stati riabilitati, per esempio, nelle biblioteche scolastiche nei comuni di Monfalcone, Staranzano e San Canzian d’Isonzo, in provincia di Gorizia.

Eppure anche nell’ambito cattolico ci sono persone e movimenti che, quantomeno, si stanno ponendo il problema. Tra i quali, Il gender? “Non lo so, ma non mi fido” Il gender non è diabolico, Gender, come nasce la teoria che non c’è, Ideologia gender? Solo inutili allarmismi e l’articolo e l’articolo Esiste o no un riferimento al “gender” nella legge “Buona Scuola”? nel quale parlano di eventuali pericoli.

Nessuno vieta di vigilare, anche se lo spettro dei genitori degli studenti è molto ampio, dai menefreghisti agli interventisti anche laddove non hanno competenza.
Per fare un esempio di mancata vigilanza, per rimanere nel mondo della scuola, è l’insegnamento della storia. Sappiamo bene che a settant’anni di distanza gli eventi della seconda guerra mondiale sono ancora tralasciati per le differenti interpretazioni. I nostri ragazzi conoscono l’Olocausto (che non ha riguardato solo gli ebrei, ma anche i malati psichici, gli omosessuali e i testimoni di Geova), ma ci è voluto il cantante Simone Cristicchi, con il suo spettacolo Magazzino 18 per far conoscere a tutti gli italiani, certo non a quelli dell’estremo Nord Est, l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia.
In Italia si è cominciato a parlare di educazione sessuale già un secolo fa ad opera del pedagogista Giovanni Calò (Francavilla Fontana, Brindisi, 1882 – ivi 1970), iniziativa che fu elegantemente insabbiata.

Oggi finalmente se ne torna a parlare, grazie alla cd. Legge sula Buona Scuola, e  inserire un corso di educazione di genere nella società attuale in cui molti parametri sono cambiati in fretta (pubertà precoce, primo bicchiere a 11 anni, perdita dei valori di base e tutto il resto) è quantomai necessario, così come, in un’Italia sempre più multietnica, è più opportuno studiare la storia delle religioni, per comprendere colui che sommariamente chiamiamo diverso che non la sola religione cattolica.

Questa la rassicurazione della ministra dell’istruzione Stefania Giannini in risposta ad un’interrogazione alla Camera dei deputati sull’introduzione nella scuola italiana dell’insegnamento  della “teoria gender”.

Il salto di qualità in Italia ci sarà, se mai ci sarà, quando la formulazione di una legge non dovrà più sottostare al placet dell’”Oltretevere”.

Il 25 agosto  scorso il presidente del consiglio al Meeting di Rimini avrebbe dovuto parlare di unioni di fatto, che non riguardano solo le coppie omosessuali, ma si è trattenuto su pressioni della Conferenza Episcopale Italiana, e ora ha intenzione di riscrivere il testo del ddl Cirinnà per accontentare il suo presidente.

Così come proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, elaborata in fretta e furia durante gli ultimi giorni della signora Eluana Englaro giace dal 2009  in qualche cassetto del Parlamento perché rientra in uno di quelli che la Chiesa cattolica definisce principi non negoziabili.

Non è un caso che una marcia di protesta contro il governo per il riconoscimento – promesso e non ancora attuato – delle unioni di fatto si terrà il 20 settembre, data simbolo per le relazioni tra la Repubblica Italiana e lo Stato della Città del Vaticano, data però che molti, non solo giovani, non conoscono o non rammentano.

Dichiarazione del sottosegretario al Miur del 07 settembre 2015.

Circolare del Miur del 15 settembre 2015.

PERCHÉ CI ODIANO

5 Gen

(Recensione per ibs.it)

Libro crudo, senza metafore e con termini chiari fin dal titolo originale Headscavers and Hymenes. Why the Middle East Needs a Sexual Revolution (Veli e imeni. Perché il Medio Oriente ha bisogno di una rivoluzione sessuale) che ci introduce nella condizione della donna nel mondo arabo e islamico, del quale molti parlano ma pochi conoscono e nel quale la donna è senza diritti, proprietà e non persona, prima del padre, poi del marito, spesso ridotta a una fattrice. L’autrice, giornalista e blogger [@monaetahawy], rammenta le sue battaglie, la difficoltà da lei provata nel togliere il velo di sottomissione e con esso le tradizioni ricevute, in parte radicate in lei pur se rifiutate. Parla delle MGF (mutilazioni genitali femminili) e delle spose bambine, del divieto di guida e di svolgere attività sportive perché non “consone al corpo femminile” in Arabia Saudita, realtà custodite dai “guardiani” – la “buoncostume” islamica – istituiti dalle autorità civili e religiose, L’autrice non rinnega l’islam, chiede soltanto che, come accade anche per i testi sacri in altre religioni, il Corano non sia oggetto di un’interpretazione di comodo per sottomettere la donna. Parla di educazione di genere, praticamente assente tra le ragazze ma anche tra i ragazzi, che si informano in internet e nelle riviste pornografiche.
In Italia siamo avanti? Da una parte sì, soprattutto dopo il gesto coraggioso di Franca Viola che cinquant’anni fa rifiutò il matrimonio riparatore, dall’altra no, come si è visto l’estate scorsa con il tam tam contro la cosiddetta “teoria gender” e contro il Gioco del rispetto, progetto di educazione di genere di Trieste e, tra le altre cose, per la mancata attuazione degli articoli 3 e 33 della Costituzione, che pone di fatto la donna ancora in posizione subordinata.
Libro da leggere, soprattutto dagli uomini, per imparare, riflettere, senza fermarsi al sentito dire, perché c’è ancora molto, molto da fare.

(Estratto del libro)

“PERCHÉ CI ODIANO”

28 Dic

(Recensione per ibs.it)

Libro crudo, senza metafore e con termini chiari fin dal titolo originale Headscavers and Hymenes. Why the Middle East Needs a Sexual Revolution (Veli e imeni. Perché il Medio Oriente ha bisogno di una rivoluzione sessuale) che ci introduce nella condizione della donna nel mondo arabo e islamico, del quale molti parlano ma pochi conoscono e nel quale la donna è senza diritti, proprietà e non persona, prima del padre, poi del marito, spesso ridotta a una fattrice. L’autrice, giornalista e blogger [@monaetahawy], rammenta le sue battaglie, la difficoltà da lei provata nel togliere il velo di sottomissione e con esso le tradizioni ricevute, in parte radicate in lei pur se rifiutate. Parla delle MGF (mutilazioni genitali femminili) e delle spose bambine, del divieto di guida e di svolgere attività sportive perché non “consone al corpo femminile” in Arabia Saudita, realtà custodite dai “guardiani” – la “buoncostume” islamica – istituiti dalle autorità civili e religiose, L’autrice non rinnega l’islam, chiede soltanto che, come accade anche per i testi sacri in altre religioni, il Corano non sia oggetto di un’interpretazione di comodo per sottomettere la donna. Parla di educazione di genere, praticamente assente tra le ragazze ma anche tra i ragazzi, che si informano in internet e nelle riviste pornografiche.
In Italia siamo avanti? Da una parte sì, soprattutto dopo il gesto coraggioso di Franca Viola che cinquant’anni fa rifiutò il matrimonio riparatore, dall’altra no, come si è visto l’estate scorsa con il tam tam contro la cosiddetta “teoria gender” e contro il Gioco del rispetto, progetto di educazione di genere di Trieste e, tra le altre cose, per la mancata attuazione degli articoli 3 e 33 della Costituzione, che pone di fatto la donna ancora in posizione subordinata.
Libro da leggere, soprattutto dagli uomini, per imparare, riflettere, senza fermarsi al sentito dire, perché c’è ancora molto, molto da fare.

(Estratto del libro).