Anni or sono, quando negli ambienti informatici ci si dilettava a disquisire sulla realtà virtuale scrissi una frase ad affetto, ne feci un quadretto e la appesi nel mio ufficio. Per renderla più credibile la attribuì a Blaise Pascal (1623- 1662). Qualcuno la lesse, qualcuno la commentò, qualcuno chiese chi fosse stato questo Blaise Pascal. Finalmente uno, uno solo, disse che Pascal non avrebbe potuto esprimere, ai suoi tempi, un concetto simile.
Tempo fa mi trovavo a ragionare con un amico e, trovandoci a casa mia, gli lessi una paginetta di un libro di Ignazio Silone. L’amico mi fece notare che è una pratica americana quella di citare brani di libri di autori famosi. Sorvolando sull’”americana”, gli risposi che, purtroppo, si fa così per dar peso a concetti nostri che altrimenti non sarebbero presi in considerazione.
Ciò non vuol dire che si debba far passar per proprio tutto ciò che pensiamo, ma è anche vero che il nostro pensiero è in parte formato – uso il presente perché dovrebbe essere sempre in aggiornamento – anche da ciò che abbiamo udito o letto, siano le nostre fonti i filosofi greci, Topolino, Peppa Pig o Wikipedia (poi la differenza vien fuori da sé).
Le citazioni servono anche per dare il giusto credito all’autore, che è corretto citare in uno scritto o in un evento pubblico. Non siamo più, infatti, ai tempi di Esopo che, traducendola in greco, fece passar per sua la favola “Gli alberi e l’ulivo” che aveva copiato dal libro dei Giudici 9:8-15 (che avesse copiato lui si deduce dalla cronologia), un po’ come quando l’apostolo Paolo ripropose il celebre apologo di Menenio Agrippa in 1.a Corinzi 12:12-26.
Ai tempi di Esopo e di Paolo nessuno se la prendeva, se era citato correttamente, anzi era un sistema di divulgazione del pensiero.
Sarebbe bello poterlo fare anche oggi, sentendosi liberi di esprimere il proprio pensiero senza doverlo per forza avvalorare con la citazione di questo o di quell’altro, dai quali, come detto sopra, si è in parte formato.
È forse anche per questa ragione che Twitter è inondati di aforismi e citazioni copiate pari pari e non dal pensiero, espresso ovviamente con altre parole, di chi li propone.
P.S. La frase che avevo attribuito a Pascal è “Parliamo tanto di realtà virtuale senza pensare alla realtà reale con cui dobbiamo fare i conti ogni mattina”.
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