Esiste un momento nella vita di un bambino in cui non crede più a Babbo Natale, così come ne esiste un altro in cui smette di dare del tu ai “grandi”, che diventano “adulti”, e dà loro del lei, anche se con quelli conosciuti nell’infanzia questo passaggio non avviene perché sarebbe ridicolo.
Dopo la separazione dal corpo della madre, prima con la nascita e poi con lo svezzamento, le altre tappe sono l’ingresso nella vita sociale con il trauma del primo giorno di scuola, che vede i genitori allontanarsi e il bambino alle prese con un mondo nuovo e senza la difesa parentale (un mio amico mi ha raccontato che mentre qualcuno piangeva, qualcuno era contento per la novità, lui, varcando la soglia dell’aula, ebbe la sensazione “qui mi hanno fregato!” 🙂 ).
In questo mondo, quello che una volta era il “signor maestro” o la “signora maestra” i rapporti sono ancora confidenziali, e il bambino, come fa con gli zii, li chiama “maestro Franco” o “maestra Lucia”, continuando a dar loro del tu.
Il vero cambio di registro linguistico avviene con l’ingresso nella scuola media, quando il maestro diventa professore e si aspetta che gli allievi gli diano del lei. Un passaggio verso una diversa considerazione dell’altro, fino all’età adulta nella quale il nostro giovanotto, e la nostra giovane donna, avrà imparato che esistono gli amici, i parenti, i vicini, i colleghi eccetera con i quali rapportarsi in modi e con linguaggi diversi.
Lo scorso 18 giugno un giovane ha dato del tu a Emmanuel Macron, presidente della Repubblica Francese, chiamandolo Manu. Macron non l’ha presa male ma ha tenuto a precisare che non erano su un Social Media ma in piazza per una manifestazione ufficiale e ha chiesto al ragazzo di chiamarlo Monsieur le President e dargli del lei (voi in francese), cosa che, se si ascolta l’audio, ha fatto anche il presidente nei confronti del giovane.
Nel mondo del lavoro succede spesso che, dopo le presentazioni ci si dia del tu tra colleghi, anche di aziende con cui si collabora di frequente. Nelle riunioni apicali o con terzi parti però Maria tornerà a essere la dottoressa Dei Tali.
Anni or sono assistei a un dibattito televisivo per un ballottaggio nel quale uno dei candidati, pur dando del tu al contendente, lo chiamava sempre per titolo e cognome mente l’altro insisteva a chiamarlo per nome. Questione di classe.
Come ho già fatto notare altre volte, nel nostro Mezzogiorno c’è chi anche tra i giovani dà ancora del voi e c’è chi abusa del tu famigliare o amicale trasformandolo in quel “tu pesano” che sovente è solo mancanza di rispetto.
Tornando al nostro bambino diventato ormai ragazzo, che poi è mio nipote che a settembre entrerà nella scuola primaria di secondo grado (vulgo scuola media), a parte il lei che già usa con gli adulti, tra le “istruzioni per l’uso nel cambiamento” sua madre gli ha insegnato a non chiamare “prof” gli insegnanti, ma professore o professoressa seguito dal cognome. Che dopo con noi e i suoi compagni esistano la prof d’italiano, il prof di inglese e l’odiatissima prof di mate e un’altra storia.