Anni or sono, quando i rumeni venivano in massa a lavorare in Italia, un mio amico di madrelingua slovena che parla anche l’italiano e l’inglese, andò in camper fino in Moldavia.
Tornato, condivise con me le sue impressioni, come quando seppe di una donna moldava che tentava di vendere il figlio perché non poteva mantenerlo, ma anche dei moldavi che andavano a lavorare in Romania a fare quei lavori che i rumeni non vogliono più fare.
Morale: così come diciamo che c’è sempre qualcuno più a Nord, così c’è sempre qualcuno più povero di un altro.
Se solo riuscissimo a comprendere questa banale realtà ci accorgeremmo che viviamo su una Terra con i confini che a tutti gli effetti seguono la teoria dei vasi comunicanti e basta un niente che l'”acqua” si sposti da un Paese all’altro, e che i nostri giovani che vanno in cerca di lavoro all’estero sono a tutti gli effetti dei migranti, anche se la politica e l’informazione affibbiano questa etichetta solo a una determinata categoria di persone.
La seconda domenica di ottobre si svolgerà a Trieste la Regata Barcolana, il cui titolo molto significativo di quest’anno Siamo tutti sulla stessa barca non è piaciuto al vicesindaco di Trieste e al presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, pur se non si riferisce direttemente alla situazione politica.
P.s. Si è tanto parlato della distensione USA – Corea del Nord, ma poco si è detto della pacificazione, dopo venti anni di guerra dimentica dal mondo, tra Etiopia e Eritrea, eppure anche questo è segno tangibile di un cambiamento tra due Paesi dei quali si è ormai persa la memoria.