ATTUALITÀ
Nell’Iliade Omero non ci racconta la guerra di Troia, ma solo i suoi ultimi cinquantanove giorni, trascorsi tra banchetti e assemblee (riunioni di lavoro, diremmo oggi…), spesso fine a se stessi pur di non continuare a combattere in quell’estenuante assedio in corso ormai da dieci anni finito con la preparazione del famoso cavallo.
Dietro le quinte, ma non troppo nascoste, troviamo le donne, madri e spose degli eroi troiani, che questa guerra, dichiarata come spesso accade ancor oggi non a causa di una donna ma dei soprusi del signorotto di turno su di lei, detestavano.
Ci narra ancora Omero che Ulisse, in seguito all’incauta curiosità dei suoi compagni, si trovò costretto a navigare per dieci anni vagando per mezzo Mediterraneo per tornare alla sua Itaca, relativamente vicina.
In lui non c’era alcun “piacere della scoperta”, come dice qualcuno in televisione, ma soltanto il desiderio di tornare a casa dalla sua amata Penelope, che rivide dopo vent’anni con qualche ruga e qualche capello bianco in più e con le dita stanche dal suo lavoro al telaio.
Il vero libro dei migranti è l’Eneide, di Virgilio. In esso, e non nell’Iliade, leggiamo i particolari dell’inganno del cavallo di Troia, dell’inascoltato consiglio di Lacoonte
“Timèo danaòs sed dona ferèntes” (Non mi fido dei Greci anche se portano doni) che nella forma abbreviata “Timeo danaos” è diventato sinonimo di diffidenza.
In essa troviamo Enea che fugge dalla città, ormai diventata un rogo, con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio accanto.
Quell’Enea sbarcato sulle italiche coste e che la leggenda vuole, attraverso Lavinia e giù giù fino a Romolo e Remo, nostro progenitore.
L’Eneide è un classico, per di più scritto su commissione per celebrare la gloria di Ottaviano Augusto, e forse, come tale va letto. Però, (ri)leggendolo – perché i classici letti da alcuni senza voglia e per imposizione a scuola, spesso si rileggono da adulti per comprenderli – come non identificare in Anchise, Enea e il piccolo Ascanio quante e quanti, vecchi, adulti e bambini sono in fuga oggi verso le nostre coste dalla Siria e dagli altri paesi in guerra che ben conosciamo?
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