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DIO NON HA GIOCATO A DADI NEANCHE A GENOVA

19 Ago

Basko

Nel suo libro Se questo è un uomo Primo Levi racconta delle chiamate verso i forni crematori, dell’umana paura di tutti ma anche di una preghiera di ringraziamento: “Ti ringrazio, Signore, che hanno scelto lui e non me”. Conclude l’autore, che non scriveva come i giornalisti dall’esterno ma dall’interno del dramma, con la considerazione “A quella preghiera ci avrei sputato sopra”.

È normale che qualcuno o molti dei sopravvissuti al crollo del Ponte Miglio, per diversi motivi, ritardo, banale lite in famiglia prima della partenza, sosta in un Autogrill,  albero sul tragitto della caduta… fate voi, oppure come il conducente dell’ormai famoso camion fermato sul ciglio, diventato uno dei simboli della tragedia, pensi di essere stato “miracolato”.

Non è normale invece che ne scrivano in questi termini i giornalisti, o almeno non so di quale Dio riferiscano, che salva alcuni e fa morire altri quarantuno. Come ebbe a dire Albert Einstein nella discussione con il suo collega Bohr: “Dio non gioca a dadi”. Sappiamo bene che molti degli accidenti che stiamo subendo altro non sono che frutto di scelte dell’uomo, come il riscaldamento globale che tra l’altro provoca i cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico il cui simbolo nazionale è l’Ilva di Taranto o il crollo di manufatti per l’uso di materiali scadenti o mancanza di manutenzione.

Lasciamo quindi Dio fuori da queste disgrazie.

È FINITO IL TEMPO DEI PRINCIPI AZZURRI (ammesso che ci sia mai stato)

27 Giu

[…] Pensarsi come esseri da proteggere e aiutare vuol dire interiorizzare un’idea di sé debole, che trasmette dubbi su competenze e capacità e porta il più delle volte a realizzare performance inferiori alle possibilità. […] Chiara Volpato, Psicologia del maschilismo, p. 72

Libro non proprio “da sotto l’ombrellone” che gli uomini dovrebbero leggere, per rivedere le proprie idee su di sé e sulle partner.