Ieri sera, dopo il Tg1 60 secondi a beneficio dei tiradardi si è esibita di nuovo a “Ballando con le stelle” suor Cristina Scuccia.
Dicono che il suo saio sia stato alleggerito e aumentati i denari delle sue calze. Però è stato quantomeno ridicolo vederla ballare con Stefano Oradei impugnando un manico di scopa per evitare il contatto fisico con un uomo che però, contraddicendosi alla grande, ha abbracciato a fine esibizione al momento del “batti cinque”.
Completamente fuori luogo la lettura del salmo 150, che parla degli strumenti di lode non del ballo. Avesse voluto essere preciso Guillermo Mariotto avrebbe dovuto citare Miriam, la sorella di Mosè, che con le donne comincia a ballare spontaneamente dopo il passaggio del Mar Rosso (Esodo 15:20).
Del tutto discutibile l’affermazione di Carolyn Smith secondo cui il flamenco è un ballo sprituale nel senso di elevazione a Dio. Includiamo anche la pizzica o altri?
L’unico commento serio è stata la perplessità di Ivan Zazzeroni, che ha anche puntualizzato come la suora è l’unica partecipante a cantare. Al momento del voto ha dato un 8, perché come mi ha puntualizzato in un twitt, il voto era riferito alla tecnica del ballo e non alle sue riserve.
Ballando con le stelle è un programma di ballo, di intrattenimento, di svago, non di lode a Dio, e alla lunga anziché rafforzarla può finire con il banalizzarla.