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DATI CATASTALI, ABUSI EDILIZI E IL SIGNOR MARIO

6 Nov

Leggo a proposito della sentenza dell’Alta corte di giustizia europea sul recupero dell’Ici da parte dell’Italia, senza entrare nel merito se riguardi solo la Chiesa cattolica o tutte le ong:

La Commissione aveva infatti riconosciuto all’Italia “l’assoluta impossibilità” di recuperare le tasse non versate nel periodo 2006-2011 dato che sarebbe stato “oggettivamente” impossibile sulla base dei dati catastali e delle banche fiscali, calcolare retroattivamente il tipo d’attività (economica o non economica) svolta negli immobili di proprietà degli enti non commerciali, e calcolare l’importo da recuperare”.

Assoluta impossibilità… oggettivamente impossibile… dati catastali… e banche fiscali”, par di capire, a leggerla così, che anche i dati catastali non si incrocino con le banche dati fiscali.

Ma allora il catasto e le banche dati fiscali a cosa servono!? Capisco quindi i molti abusi edilizi, dei quali si parla in questi giorni in seguito all’alluvione di Casteldaccia, che praticamente sono edifici fantasma in quanto oggettivamente non rintracciabili e perché venga colpito dal fisco il pizzicagnolo Mario (o altro a piacere), per aver regalato un panino al figlio di un amico senza aver emesso lo scontrino di € 0,00.

Quanto spendiamo ogni anno per queste banche dati la cui utilità è, con tutta evidenza, molto ridotta?

MEMO PER IL PROSSIMO GOVERNO

2 Gen

Di due documenti uguali “precisi” però relativi a due persone diverse uno perché prodotto dall’Agenzia delle Entrate, di cui non rimane traccia se non sulla busta ormai gettata, e l’altro dalla locale Asl, il primo non ha scadenza se non al variare delle condizioni economiche, l’altro rinnovato questa mattina ha scadenza il 31 marzo prossimo (tra tre mesi).

Il colloquio tra le due cortesi impiegate che ovviamente non fa testo in quanto orale, “guarda che qualcuno è messe col nome e qualcuno con il cognome” con riferimento all’archivio storico cartaceo, mi conferma se mai avessi avuto dubbi, l’incomunicabilità tra i database della Pubblica Amministrazione.

Un altro ufficio della stessa struttura è aperto solo il lunedì, il mercoledì e il venerdì, e oggi è martedì. Busso comunque e dentro trovo un impiegato che, mangiando il suo sacrosanto panino (non contesto la pausa caffè/panino), mi invita a tornare domani. Perché non uniformare gli orari di una stessa struttura, salvo esigenze particolari?

Per la verifica del superamento di una soglia di imponibile mi si invita a rivolgermi ad un Caf. Vado a uno e oggi è chiuso, vado ad un altro ed è chiuso fino all’8 gennaio. Immagino le code di coloro che entro il 15 gennaio dovranno produrre l’Isee per varie esenzioni, oppure per richiedere il Rei. Domanda: poiché avevo chiesto indicazioni di massima e non particolareggiate, possibile che l’ufficio al quale mi son rivolto non sia istruito al proposito?

Per fare l’abbonamento al TPL on line ed avere lo sconto del 5% che su uno annuale sono circa 17 euro, bisogna entrare con l’email e password. Una persona nata a Zagabria, allora Jugoslavia, che l’ha persa non ha potuto recuperarla perché il database dell’azienda non riconosce il codice fiscale con Z118, Jugoslavia, ma dà un fantomatico Serbia-Montenegro, fantomatico perché, a differenza della Bosnia ed Erzegovina, sono due stati indipendenti. Del resto ci sono dei database che nel menù a tendina dellla provincia di Trieste, che tra l’altro non esiste più, offrono i toponimi in italiano molte città della Slovenia con un balzo indietro a prima della Seconda Guerra Mondiale, quando quei territori erano italiani. Ovviamente il numero verde dell’azienda era sempre occupato, mi ha detto la persona.

Le Asl e il TPL sono di competenza regionale quindi le difficoltà non riguardano direttamente il governo centrale, ma almeno per lo Z118 è il caso di emettere una circolare univoca e certa, considerando che sono passati diciannove anni dallo scioglimento della Jugoslavia e siamo ancora a questi problemi (mia nonna, italiana nata a Pola, allora Impero Austro-Ungarico ha avuto la fortuna di morire prima dell’introduzione del codice fiscale).

Come ho già scritto qualche altra volta, non pretendo l’Estonia, ma qualcosa di più anche da noi sì, dai!

PARE CHE

14 Ott

Pare che Nonna Peppina, che dalla sua casetta in legno è stata costretta a tornare in un container, potrebbe riaverla. “Pare che” perché finché non ci ritornerà il condizionale è d’obbligo.

La ministra della Difesa ha dichiarato “”Da italiana mi scuso con quei padri, il naufragio gestito in modo burocratico”.

Queste sono cose certo enormemente più gravi di quando ci palleggiano da un ufficio all’altro o quando l’impiegat* di ufficio pubblico ci fa andare all’ufficio postale per il pagamento dei diritti quando dovrebbe essere fatto a mezzo pos e soprattutto ci fa pagare lì il bollo dello stato acquistabile in tabaccheria senza l’aggravio degli 1,78 euro che, certo, non cambiano la vita, ma sono sempre un segno.

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Grandi e piccole cose che ci fanno sentire sudditi e non cittadini di un Paese in cui, contrariamente all’opinione comune, lo sport nazionale non è il calcio ma la burocrazia “Il primo che muove perde!”.

Riusciremo mai a essere un Paese moderno?

L’IMPORTANZA DELL’USO DEGLI STANDARD

8 Mag

Sabato sera mia figlia ha riprovato a fare la domanda on line ed è riuscita a farlo compilando il campo del codice fiscale in caratteri minuscoli.

Sarà mia cura, con garbo, segnalare l’errore al comune, perché lo standard degli indirizzi di posta elettronica è l’uso di lettere minuscole, mentre per il codice fiscale, almeno per quello italiano, è l’uso di lettere maiuscole.

Così come nei PIN va digitato anche lo 0 non significativo.

“SPORTELLI APERTI” SÌ, NO, FORSE

6 Mag

Tra gli scopi della Pubblica Amministrazione on line, obbligatoria anche per chi non ha dimestichezza con l’informatica, è di avere “lo sportello” aperto 24/7, salvo specifiche indicazioni contrarie ben evidenziate in home page.

Circa mezzora fa figlia ha provato ad iscrivere mio nipote ad un servizio del comune.

L’operazione si è bloccata perché il sistema dava il messaggio “Codice fiscale errato”. Codice fiscale che, oltre che apparire sulla Carta Regionale dei Servizi, è stato confermato come corretto con una verifica sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Ci si augura di non sentirsi dire, lunedì mattina, che il servizio il sabato e la domenica non è attivo.

MA BASTANO LE SCUSE???

20 Mag

Fatto caso che quando a sbagliare è la PA, un’istituto o un fornitore arriva una lettera con tante scuse mentre quando a sbagliare è il cittadino, l’assistito o il cliente scattano la presunzione di colpevolezza e, eventualmente, l’addebito degli interessi di mora?

Per non parlare del “tu paesano” con cui scrivono.

Gentile cliente,

abbiamo appena riscontrato un’anomalia nel recapito delle notifiche di emissione di alcune bollette. Purtroppo, a causa di un problema tecnico, le notifiche e-mail delle bollette emesse il 26 e il 27 aprile 2016, con data scadenza 18 maggio 2016, non sono mai state recapitate. Un disguido che potrebbe non aver consentito la verifica preventiva della bolletta, con un congruo anticipo rispetto all’addebito bancario.

Scusandoci sentitamente per il disagio arrecato, ti invitiamo a prendere visione del documento nella sua area riservata

Ricordati di non rispondere a questo indirizzo e-mail,
 perché viene utilizzato esclusivamente per l’invio delle notifiche!

Cordiali saluti,

xxx S.p.A.

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