Nome proprio, f. s.
Di Frida si è cominciato a parlare di recente con riferimento a Frida Kahlo, all’anagrafe Magdalena Carmen Frida Khalo y Calderon, la selvaggia, passionale e sfortunata pittrice messicana, recentemente riscoperta dalla critica e da me scoperta grazie a una persona cara.
Frida è la versione spagnola del nome tedesco Friede, che significa pace. Χάρις καὶ εἰρήνη , “grazia e pace” è il saluto che troviamo all’inizio di molte lettere dell’apostolo Paolo. In italiano ne troviamo traccia nella locuzione ora in disuso “spirito irenico” e nel nome proprio Irene.
Per questo motivo il padre della bambina, di origini tedesche, si trovò a discutere con il parroco come quando, nella saga di Mondo piccolo, il comunista, ateo e filosovietico compagno Peppone va a far battezzare il figlio e vuole chiamarlo Lenin. Don Camillo risponde che non se ne parla proprio e che con quel nome vada a farlo battezzare al Cremlino. Poi, come con il padre di Frida, trovano un compromesso e lo chiamano Libero Camillo Lenin “perché vicino a Camillo Lenin non può nuocere”.
Qualche pagina prima si dice che Frida sia nata il 6 luglio 1907… o il 7 luglio 1910, e quando sedicenti biografi, universitari, giornalisti, studenti e amici rimanevano confusi per questa incertezza lei ricorda che in Messico più della metà della popolazione non conosce la propria data di nascita per pura ignoranza o perché tutti si destreggiano allegramente a seconda degli interessi amministrativi…
Non occorre però andare fino in Messico, basta pensare ad alcune comunità rurali o di montagna, quando le donne in Italia partorivano in casa e c’erano i campi e gli armenti da curare… si andava a far denuncia nel primo giorno che si andava fino in paese. Nel dopoguerra c’è stato qualche nato in dicembre denunciato il 1° gennaio, per spostare la leva in caso di un’altra guerra, con il risultato che è in guerra no, ma in pensione ci è andato con un anno di ritardo. Un mio vicino rimpatriato dall’Istria nell’immediato dopoguerra si chiama Giusto con un cognome slavo, perché quando andò a registrarsi all’anagrafe italiana l’impiegato gli mostrò come aveva scritto il nome e lui rispose “giusto”, e l’impiegato corresse in “Giusto” sui registri di anagrafe… molto prima delle odierne truffe telefoniche.
Come dire che i particolari possono cambiare a seconda del Paese, ma la sostanza è la stessa in Messico, nella Bassa (padana) o nelle nostre campagne.