“[L’angelo del Signore] gli disse: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: “Che cosa fai qui, Elia?”. Egli rispose: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita”. Il Signore gli disse: […] (1 Re 11:15).
Elia è uno dei profeti più famosi dell’Antico Testamento, tanto che molti videro in Gesù la sua ricomparsa. Questo passo, che ricorda la sua fuga dopo il confronto con i profeti di Baalci dice che il Signore passò e
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non era nel vento
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non era nel terremoto
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non era nel fuoco
ma era in una brezza leggera, perché il Signore si manifesta anche in tutte quelle piccole cose e persone in cui ci imbattiamo ogni giorno e siamo noi a non saper distinguere la sua presenza.