“La calunnia è un venticello” da Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini è una delle romanze più famose delle lirica italiana. Con il suo crescendo anche terminologico – la calunnia da venticello diventa colpo di cannone – vuol far notare come ciò che all’inizio è una diceria pian piano diventa sospetto fino a affermarsi come realtà, ovviamente non verificata.
Stando ad uno studio del MIT le bufale, le fake news, corrono più veloci delle notizie vere, vuoi perché spesso i quotidiani non verificano le fonti vuoi perché nell’epoca dei Social Media il passaparola la fa da padrona senza che chi legge una notizia la verifichi.
Ci sono notizie che è facile smontare subito, altre che che siano vere o false che siano non cambiano la vita, altre che, pur essendo false, si trasformano in convinzioni e quando le convinzioni diventano tradizioni è difficile convincere chi le crede vere che vere non sono.
Per fare un esempio letterario, nell’immaginario popolare il “dubbio amletico” vuole che il principe di Danimarca, nella tragedia di Shakespeare, pronunci il suo famoso “Essere o non essere? Questa è la domanda.” con un teschio in mano.
Teschio che non compare in questa scena (Atto III, scena I) ma più avanti (Atto V, scena I), quando in cimitero Amleto si trova a discutere con un becchino e allora prende in mano il teschio di Yorik, buffone del re.
Questo non cambia nulla nella vita delle persone e interessa solamente i cultori di William Shakespeare ma ci sono, e ci sono state anche prima del Social Media, molte altre informazioni volutamente false e tendenziose che hanno avuto e hanno effetti diretti e indiretti nella vita dei singoli e della società.
È brutto doverlo dire, ma soprattutto di questi tempi, ogni notizia va verificata, e soprattutto bisogna educare giovani e adulti a saperlo fare. Per rimanere sull’onda dell’Amleto purtroppo “C’è del marcio nelle notizie”.