Oggi per le comunità islamiche nel mondo ricorre la “Festa del sacrificio” a ricordo, dicono loro, della sostituzione con un ariete con le corna impigliate in un cespuglio del figlio Ismaele di cui l’Eterno aveva chiesto il sacrificio ad Abramo. Secondo la Sacra Scrittura le cose andarono diversamente, perché l’Eterno mise alla prova Abramo chiedendo il sacrificio di Isacco, figlio secondo la promessa, e non Ismaele, il figlio che ebbe dalla serva di Sara Agar. Era secondo i costumi del tempo che una donna sterile offrisse la schiava al marito pur di procurargli un progenie. Dopo la nascita di Isacco sia Agar sia il figlio Ismaele furono allontanati. Tutto ciò si trova in Genesi dal capitolo 16 al 22. La riflessione che ne deriva è che il racconto islamico, la sostituzione cioè di Isacco con Ismaele, è chiaramente una manipolazione di comodo ma anche, a dispetto di chi parla in questi termini, che esistono due e non tre religioni monoteiste rivelate, l’ebraismo che inizia con Mosè e le tavole della Legge e il cristianesimo che inizia con la morte e resurrezione di Gesù di Nazareth. Ismaele è sì figlio di Abramo ma non ha alcuna rilevanza nella genealogia che porterà fino a Gesù, stilata da Matteo nel suo vangelo o a ritroso fino a Adamo nel vangelo secondo Luca.
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