Questo, nella piazza Transalpina a Gorizia, per noi dell’estremo Nord Est è stato uno dei simboli dell’Unione Europea, nel 2003 quando la Repubblica di Slovenia entrò a pieno titolo nell’Area Shengen e fu tolta l’odiosa cortina di ferro che a Gorizia, dopo la seconda guerra mondiale, divise fisicamente in due la città di Gorizia, dando origine a quella di Nova Gorica, prima in Jugoslavia ora in Slovenia.
Con la pandemia del Covid-19 la Slovenia ha chiuso i confini anche con l’Italia erigendo una rete più che altro simbolica anche nella piazza Transalpina, come quelle che spesso delimitano le proprietà nelle campagne per evitare sconfinamenti.
Però siccome i palloni hanno esperienza di reti ma sono capaci anche di volare oltre i confini, giorni fa si son visti dei ragazzi italiani di Gorizia giocare a pallavolo con dei loro coetanei sloveni di Nova Gorica usando la rete non come confine ma come metà campo. Non so dirvi se con guanti anticontagio o meno.
Storie belle di frontiera.
Bellissima notizia. Questa è la dimostrazione che i muri vanno abbattuti sempre…anche quelli invisibili del razzismo e della discriminazione. Non esiste un muro che non possa essere scavalcato..e lo sport ha il grande merito di aver sempre portato avanti questo messaggio. 👏👏👏👏