UNA MASCHERINA NON SI NEGA A NESSUNO

20 Apr

Mi chiedevo se fossero stati tutti risolti i problemi della Siria e dello Yemen visto che l’informazione italiana non ne parla più, poi sono andato su quotidiani stranieri e ho visto che i bombardamenti continuano e siamo solo affetti da quell’infodemia (circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza) sul Covid-19, con immagini ripetute di vie e piazze vuote o viceversa di vie e piazze piene che ovviamente non hanno alcun valore aggiunto.

Sono spariti, assieme agli eventuali disastri aerei, gli incidenti stradali che anche col traffico ridotto continuano ad esserci e, se ci avete fatto caso, tutte le notizie sull’abbigliamento delle donne mussulmane, che tenevano banco fino allo scorso febbraio.

Burqa, hijab, chador o niqab, termini praticamente spariti dai nostri quotidiani e notiziari, in alcuni paesi obbligatori per le donne mussulmane, in altri parte di una scelta personale. Tempo fa, dopo aver visto una giovane donna con il velo, in jeans e infradito dissi tra me che anche un piede può essere sensuale.

E siamo arrivati a noi.

La legge 22 maggio 1975, n. 152, recante «Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico», all’articolo 5, dispone che «È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. Il divieto si applica anche agli indumenti. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino, e successive modifiche, oltre che inutili leggi regionali che altro non fanno che richiamare le leggi dello Stato.

Giorno più giorno meno in alcune regioni vige l’obbligo di indossare la mascherina protettiva anche solo per uscire a conferire le immondizie, atto che rientra nel giustificato motivo, ma che di fatto rende tutti i cittadini italiani non identificabili, salvo ad un controllo delle Forze dell’ordine.

Nell’immaginario collettivo il volto celato da un fazzoletto o da un passamontagna è legato alle rapine. Che poi in città siamo ripresi da una telecamera pubblica o privata ogni cinquanta metri e che i servizi di sicurezza il più delle volte riescono a trovare i malviventi è una realtà rassicurante.

Di sicuro non varrà più la minaccia “Lei non sa chi sono io!”. Certo, con il volto coperto come faccio a saperlo!? 🙂 Certo, ce ne saranno quelle normalizzate azzurre, quelle fatte in casa e quelle griffate, come quella tricolore che forse vuole evidenziare, contro ogni logica, che il Covid_19 è un problema italiano, e, scusate la cattiveria, ci sarà qualcuno che la indosserà con i colori alla rovescia!

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